Sabato, 21 Febbraio, 2015 - 18:00
Il 21 febbraio si celebra la giornata mondiale della lingua madre.
L’edizione 2015 è la sedicesima da quando l’Unesco decise di dedicare questo giorno alle lingue degli affetti e al legame profondo che esiste tra le comunità, le persone e i loro idiomi materni. Il giorno venne scelto perché in quella stessa data, nel 1952, furono uccisi quattro studenti del Bangla Desh che manifestavano contro l’imposizione della lingua urdu da parte dei dominatori.
Parlare una lingua, come noto, significa “portare” ed esprimere la cultura che essa veicola. Attraverso i primi contatti comunicativi con l’ambiente che lo circonda, il parlante non acquisisce soltanto, con la madrelingua, uno strumento di espressione, ma anche le regole e le rappresentazioni condivise, i significati e il suo posto nel mondo. Interiorizza una logica e un ordine concettuale che lo struttura e lo modella. Costruisce giorno dopo giorno la sua identità anche attraverso quella lingua.

Il legame tra la lingua materna e la costruzione dell’identità è intricato e inscindibile. Le parole del codice originario, della lingua degli affetti, costituiscono una sorta di pelle degli individui. La lingua materna non è infatti un vestito da togliere e abbandonare per indossarne uno più adatto, ma un involucro protettivo ed essenziale che ci definisce e ci plasma. Tullio De Mauro scrive: “La lingua materna in cui siamo nati e abbiamo imparato a orientarci nel mondo, non è un guanto, uno strumento usa e getta. Essa innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, associazioni, schemi mentali”.La madrelingua nutre dunque i nostri pensieri e rappresenta la nostra genealogia, i legami di filiazione più profondi e ancestrali. Pensare in un’altra lingua significa ri-pensare il mondo e costruire altri legami, questa volta di affiliazione.La diversità linguistica è la base del patrimonio culturale europeo. L'Unione europea ha 24 lingue ufficiali e ci sono più di altre 60 lingue regionali e minoritarie parlate nel continente. 

Le lingue più parlate nell'Unione europea sono il tedesco (16%), italiano e inglese (13%), francese (12%), spagnolo e polacco (8%). Il Parlamento europeo ha chiesto la tutela delle lingue in via di estinzione e la difesa della diversità linguistica in una risoluzione in settembre 2013.

La diversità linguistica al Parlamento Europeo

I deputati hanno il diritto di utilizzare una qualsiasi delle lingue ufficiali in Parlamento. Tutti i documenti parlamentari sono pubblicati in tutte le lingue ufficiali dell'UE. Inoltre, i cittadini possono rivolgersi alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali dell'Unione europea e ricevere una risposta nella stessa lingua.

Il sito del Parlamento Europeo è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, come anche gli account Twitter.

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