Giovedì, 7 Agosto, 2025 - 00:30
Giubileo dei Giovani

A due anni dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, sono ancora i giovani riuniti a centinaia di migliaia attorno al Papa a lanciare al mondo un segnale di speranza. “Voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo”. Con queste parole papa Leone XIV si è rivolto alla moltitudine di ragazze e ragazzi radunati a Tor Vergata; parole pronunciate in un tempo drammaticamente segnato dalla guerra e che richiamano alla memoria quelle che il pontefice rivolse al mondo subito dopo la sua elezione, invocando per tutti la pace.

La pace - non soltanto come auspicio della fine dei conflitti in atto, ma soprattutto come impegno ad affermare una cultura e una politica della pace, prospettando ai popoli della Terra percorsi diversi da quelli di un equilibrio del terrore fondato sulla crescita degli investimenti in armamenti - è stata sicuramente, e non poteva non esserlo, uno dei temi centrali dell’incontro dei giovani.

Ma più in generale, come sottolineato in un suo articolo dalla segretaria generale della CISL, Daniela Fumarola, va rilevato come il raduno di Tor Vergata non sia solo un evento religioso, ma un fatto sociale che smentisce la narrazione diffusa e ricorrente per cui si parla dei giovani “in termini di fragilità, disillusione e disimpegno”, presentandoci invece l’immagine di “una generazione viva, consapevole e in cerca di senso, pronta a mettersi in gioco nonostante il peso delle crisi ambientali, lavorative, geopolitiche”. Più che "nonostante", verrebbe da dire "proprio" per questo, per fare di questi temi l'oggetto di un protagonismo attivo, che su questi elabora e propone su idee e azioni. Basti pensare, tanto per fare un esempio, al messaggio potente lanciato dai giovani di Economy of Francesco.

Ecco perché sono decisamente fuori pista i commenti di chi ha voluto vedere, nel raduno di Tor Vergata, una sorta di rave party mistico. È l'esatto contrario ciò che è accaduto: non un momento di esaltazione e di sfogo, destinato a esaurirsi in se stesso, ma la testimonianza di un impegno cui tutti e ciascuno sono pronti a dare continuità nel proprio vissuto quotidiano.

Si sono spese, giustamente, parole di ammirazione e gratitudine, di soddisfazione e di orgoglio, per aver reso possibile che un evento di proporzioni enormi si svolgesse in modo così ordinato. Credo però che il merito principale sia del milione di giovani convenuti a Roma, dei valori in cui credono e del modo in cui ne danno ovunque testimonianza. Capaci di esprimere sonoramente la loro gioia e il loro entusiasmo, di “fare chiasso”, come da esortazione di papa Francesco a Lisbona, e prima ancora di Giovanni Paolo II nel precedente Giubileo: ma pronti a raccogliersi nel silenzio e nella meditazione quando necessario.

Non è la prima volta che accade, non è certamente casuale: c’è invece nel Giubileo dei Giovani un confortante segno di continuità che va apprezzato e colto e che si traduce in un grande motivo di speranza e di fiducia nella capacità delle giovani generazioni di essere artefici di un futuro migliore.

Roma, 4 agosto 2025

Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola