Giovedì, 19 Dicembre, 2013 - 10:30

il paese può farcela a uscire dalla crisi, la ripresa è possibile, ma occorre per questo una politica all’altezza della sfida, coraggiosa e responsabile, non avvitata su se stessa in una logorante partita a scacchi. Questo il messaggio che Raffaele Bonanni ha voluto lanciare intervenendo oggi, 18 dicembre, a Roma ai lavori del Consiglio Generale della Cisl Scuola. Bonanni è partito dal confronto sulla legge di stabilità per allargare il discorso in termini più generali, dicendosi estremamente preoccupato per ciò che continua a distinguere i comportamenti delle forze politiche italiane rispetto a quelli di altri paesi.

Altrove – dice Bonanni – la dialettica politica non è meno aspra, ma si trova sempre, e soprattutto di fronte alle emergenze, la disponibilità a convergere su progetti condivisi, che danno unità e forza al sistema paese. Da noi non è così, e sono sempre di più le promesse mancate di un bipolarismo che ci ha dato più frammentazione, più instabilità, più costi della politica. Esattamente il contrario di quanto avrebbe dovuto accadere”.
Da qui la caduta di credibilità e di autorevolezza della politica, che è causa di tensioni esasperate e cavalcate strumentalmente da populismi di vario segno, che trovano terreno fertile nella drammatica situazione che sta vivendo un numero crescente di persone e famiglie. Ma poiché la crisi è di portata strutturale, sono necessarie forti dosi di coraggio e senso di responsabiltà per uscirne attraverso inevitabili e profondi cambiamenti.
Equità fiscale; una revisione della spesa pubblica che affronti in modo selettivo sprechi, diseconomie, spese improduttive; una radicale rivisitazione degli assetti istituzionali, soprattutto a livello decentrato; questi gli obiettivi su cui forze politiche e sociali devono indirizzare la loro attenzione e le loro scelte, sostenuei anche da una necessaria azione di rinnovamento che ciascun soggetto è chiamato a compiere nei suoi assetti e nei suoi comportamenti.
In questa direzione va il percorso avviato dalla CISL nel suo ultimo congresso. “Guai se ci mettessimo a rincorrere il populismo altrui, dedicando il nostro tempo e le nostre energie a fare da cassa di risonanza al disagio – afferma Bonanni – saremmo condannati all’impotenza e al fallimento. Come chiediamo alla politica di svolgere una funzione alta di governo, così dobbiamo essere anche noi all’altezza della situazione nello svolgere il nostro ruolo di forza sociale, capace di creare unità e promuovere solidarietà a partire da proposte chiare e credibili. Una società a rischio di frammentazione, nella quale fatalmente sarebbero i più deboli a soccombere, ha bisogno di soggetti che sappiano generare coesione. Il sindacato ha questo compito, e in questa direzione deve condurre sempre più il rinnovamento delle sue modalità organizzative e dei suoi comportamenti”.

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