Sabato, 26 Ottobre, 2013 - 06:15

Le questioni in gioco sono certo numerose. In Italia ad esempio, in virtù del crescente trend registrato anche durante l’anno scolastico 2011/2012 dove l’8.4% degli alunni sono di cittadinanza non italiana, è sempre più urgente attrezzarsi per valorizzare nel miglior modo possibile una diversità culturale che costituisce un fenomeno relativamente recente, al contrario di Francia, Germania ma anche Belgio, Lussemburgo, Olanda e Austria. E’ questo un fattore, spesso sottovalutato, che indica come la formazione del cittadino europeo e la centralità della persona passino ormai anche attraverso la promozione di un’educazione alla cittadinanza e all’interculturalità.

Un altro aspetto significativo riguarda gli alti livelli di dispersione scolastica presenti nel nostro Paese, con circa il 18% dei giovani che non raggiungono un titolo di studio superiore alla scuola media inferiore. Oltre 600.000 ragazzi e ragazze dunque rimangono di fatto fuori dal percorso educativo e formativo. E’ fondamentale rendersi conto che la crescita dell’Europa e dell’Italia passano proprio attraverso il recupero di questi giovani, creando a tal fine una scuola più inclusiva in cui tutti (al di là delle difficoltà personali, famigliari, sociali ed economiche, che allontanano dalla scuola) possano trovare opportunità di crescita.

L’ICE in questione propone di creare una piattaforma di discussione tra i soggetti interessati che proponga un modello educativo di qualità, pluralistico e orientato alla strategia di crescita dell'UE 2020. Riguarda tutte le scuole pubbliche (statali e paritarie), a partire dalla scuola primaria, e vuole definire le linee guida per implementare questo modello che termini con un Diploma Europeo.

Riferimenti

Pagina per sostenere l'ICE per un'educazione europea di qualità elevata per tutti

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