Mercoledì, 27 Gennaio, 2016 - 11:45

Anche quest’anno Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in collaborazione con l’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane,ha organizzato nei giorni 18 e 19 gennaio scorsi il Viaggio della Memoria, per commemorare l’anniversario della liberazione del campo di Auschwitz-Birkenau e per permettere agli studenti italiani, distintisi in progetti legati alla Shoah, di partecipare ad una esperienza didattica unica nel suo genere: apprendere la storia direttamente dalla voce di chi l’ha vissuta.

Sami Modiano e le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissuti al campo di sterminio, hanno messo a disposizione dei nostri studenti, la loro testimonianza e una parte significativa della loro vita.

Un viaggio che ha lascitao il segno, un segno formativo, nelle persone, strudenti e docenti, che accompagnate dai ricercatori della Fondazione Museo della Shoah, si sono ritrovate nella Sinagoga di Tempel, nel quartiere ebraico di Kazimierz di Cracovia, al ghetto nazista di Cracovia e, guidati dal professor Marcello Pezzetti, storico specializzato nello studio della Shoah, hanno visitato il campo di sterminio Birkenau e il Museo di Auschwitz. 

L’intera esperienza del viaggio è stata raccontata dai ragazzi attraverso una pagina Facebook aperta per l’occasione, https://www.facebook.com/Viaggio-della-Memoria-2016-217371061935029, sulla quale si possono trovare post, fotografie e clip video e il profilo Twitter @MiurSocial.

Di fronte alla scritta "Arbeicht macht frei" ci si deve chiedere che cosa sisgnificano, oggi, queste parole. L’unico lavoro che oggi ci può rendere liberi è quello della memoria, un lavoro quotidiano che non può e non deve durare un solo giorno (il 27 gennaio). La libertà che la memoria ci può offrire è la possibilità di non diventare schiavi di idee totalitarie, come quelle che hanno separate dal mondo civile con un filo spinato di menzogna ed indifferenza uomini, donne, bambini, ... persone. Ogni giorno allora dobbiamo rinfrancarci nella consapevolezza che, come dice Amos Luzzato, già presidente dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, “senza memoria non c’è futuro. Ricordare è un atto di vita, non solo un tributo alle vittime”.

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