Giovedì, 12 Settembre, 2013 - 06:30

“L’educazione, comunque venga impartita e in qualunque cultura, produce sempre conseguenze nella vita di chi ne usufruisce (…) l’educazione non è mai neutrale, non è mai priva di conseguenze sociali ed economiche. Per quanto si possa cercare di sostenere il contrario, in questo senso lato l’educazione è sempre politica.” (J. Bruner, La cultura dell’educazione)

Riprendono oggi, 12 settembre, le lezioni in Lombardia.

Negli occhi di chi è al primo giorno si leggono domande e preoccupazioni ed è bello vedere che leggiamo le stesse negli occhi dei ragazzi, dei genitori e degli insegnanti che sono al primo giorno di un percorso che inizia. Negli occhi di ragazzi, insegnanti e qualche genitore che, invece, riprendono il percorso, si legge il desiderio di inquadrare subito volti conosciuti insieme a stupore e curiosità anche per piccoli cambiamenti che si scoprono, dopo la pausa estiva, occhi che interrogano sul cosa hai fatto in questo tempo, occhi che già programmano il prossimo tempo. Gli occhi di chi riprende, ma è all'ultimo anno, comunicano un pensiero diverso, quasi una preoccupazione comune, sul cosa sarà dopo, perchè "il futuro e l'avvenire sono la dimensione del progetto e della prospettiva" (P. Barcellona, Parole e potere). 

Occhi che chiedono, alla scuola e a tutti gli educatori, tante risposte. Risposte diverse certo, ma tutte importanti! Non possiamo dimenticare che “Se qualcuno ti ha educato non può che averlo fatto che con il suo essere, non con le sue parole.” (P.P. Pasolini).

Chi è chiamato, nei diversi ruoli, ad educare, a dare risposte a queste nuove e antiche domande, sappia  salvare e trasmettere "parole profetiche, le uniche a dare la possibilità di nominare un'altra forma di vita e un altro orizzonte di senso, sono le parole della speranza, che racchiudono una diagnosi del presente e cercano la via di uscita per una diversa rappresentazione del mondo" (P. Barcellona, idem)

[sc, 9, 2013]

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