Martedì, 5 Febbraio, 2013 - 07:01

Sono questi i dati e gli argomenti su cui i candidati regionali dovrebbero incominciare a riflettere e a dire come intendono muoversi se fare politica vuol continuare a dire mettersi a disposizione delle persone. Già abbiamo detto dei dati relativi alla dispersione, un dato da paura, da urgenza educativa. Oggi ne sottoponiamo altri due: la popolazione scolastica della Lombardia è in forte aumento; l'organizzazione dell'offerta formativa non è solo questione di numeri.

 

  1. Nell'incontro del 29 gennaio scorso al MIUR è stata presentata la proiezione alunni e organici per il 2013-14Per la Lombardia lo scenario prevede, complessivamente, un aumento pari a 15.192 alunni (primaria 7.802, I grado 791 e II grado 6.599). A fronte di un aumento nazionale pari a 26.706 nella nostra regione ne viene assorbito più della metà. Nelle proiezione si prevede una riconferma dell'organico nazionale del personale docente. L'analisi del dato deve spingere anche i futuri responsabili regionali a farsi carico della situazione: è inaccettabile qualsiasi proposta che non assume il dato di aumento di popolazione scolastica come variabile per la determinazione degli organici del personale e numero delle classi da attivare.
  2. Il Consiglio dei Ministri il 21 gennaio scorso ha inviato al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e a tutti i Presidenti delle Regioni un nuovo schema d’intesa relativa al dimensionamento della rete scolastica. In questa nuova ipotesi viene fissato che a partire dall’a. s. 2013/2014 il divisore da adottare per la determinazione delle autonomie scolastiche attivabili è pari a 900 alunni. In Lombardia, quindi, saranno 1.247 (esclusi i CPIA il cui contingente -pari a 55- non è stato ancora ripartito). Le autonomie scolastiche in Lombardia, comprese quelle sottodimensionate (35), sono 1.151. Da qui tutte le considerazioni possibili possono attivare nuovi ragionamenti, sia in sede locale che regionale, con l'obiettivo di definire un piano dell'offerta formativa regionale che, tenendo conto della media alunni (900) per autonomia scolastica, si può dare riscontro positivo alle diverse esigenze (diminuzione delle reggenze, stabilizzazione del personale docente e ATA, presenza autorevole della scuola nel territorio, ...). In questo quadro e ai diversi livelli decisionali si dovrà, giocoforza, misurarsi con la riduzione dei CIPIA (nella precedente ipotesi se ne garantivano 107 a livello nazionale): l'organizzazione di questi percorsi ha bisogno di un nuovo impianto organizzativo e gestionale che va debitamente considerato se si vuole garantire qualità e risposta alla domanda degli utenti e del territorio.

Dati e letture per un bel lavoro che deve coinvolgere tutti perché la scuola è di tutti! (Silvio Colombini)

 

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